“La tua coda allo sportello da oggi la prendo io”, lo slogan del lavoro inventato da Giovanni Cafaro

Giovanni Cafaro laureato in scienze della comunicazione all’Università degli studi di Salerno, un master alla Bocconi e un lavoro da dirigente marketing in una importante azienda di Milano. Questo fino a quando nel pieno della crisi economica viene licenziato. L’esperto della comunicazione a quarantuno anni si reinventa ed inventa una nuova professione. Il codista.
Da dove è nata l’idea?

<< L’idea mi è nata mentre ero in coda in posta a gennaio del 2014 per pagare un mio bollettino, mi si è accesa una lampadina e ho pensato che fare la coda per gli altri, per chi non ha tempo o voglia potesse essere un servizio utile e quotidiano …>>.

Qual é la coda più strana che ha fatto?

<<La coda più strana? Sono stato otto ore in coda per acquistare l’ iphone per un cliente>>. 
Quali sono le caratteristiche del codista?


<< La calma e la pazienza, ma anche la professionalità, la serietà, l’ onesta e l’organizzazione. E’ un lavoro che non si può improvvisare, ma ha bisogno anche di una adeguata formazione>>.
É iniziato un business intorno a questa figura con corsi e progetti di agenzie disseminati sul territorio?
<<Sì, formo e certifico i miei aspiranti codisti nei miei corsi di formazione in varie città italiane. Da diversi mesi sono partiti i corsi per codisti anche via skype, ci sono persone, infatti, che vogliono aprire sul territorio agenzie di servizi di codisti per aziende, privati e liberi professionisti>>. 
Questa figura ha le sue tutele dal punto di vista giuridico? 


<<Questa è una nuova figura riconosciuta a livello nazionale con il contratto nazionale del codista, ho anche provveduto a brevettarla e a tutelarla presso la Camera di Commercio di Milano>>.
Questa figura nasce da una falla della burocrazia: lentezza mista all’inefficienza.

In altre parole, ciò che impantana il sistema crea Pil per disoccupati che per reagire allo sgretolamento economico cercano di trarne profitto. 

Spinoza, in fondo già nel ‘600, nell’introduzione al Trattato ideologico  politico sosteneva che la natura umana costituisce forma di resistenza al potere e non vi è uomo che possa esser ridotto a un tale grado di schiavitù da non opporre resistenza in forza della sua stessa natura umana che è tale da non poter esser sottomessa illimitatamente. L’assenza di lavoro riduce l’uomo in schiavitù, alimentando il parallelo sistema dell’illegalità. Le menti migliori, a quel punto, riescono ad affrancarsi da questo status con la forza delle proprie idee. Il primo codista italiano ne è una tangibile prova. 

 

Maria Rosaria Cardenuto

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