Francesco Cicchella, personaggio di “made in sud”, si rivolge ai giovani

Consigli per i giovani che vogliono intraprendere la carriera artistica?

<<Oggi ci sono falsi miti, la tv spesso fa passare il messaggio con i talenti show, meteore che tutti possono svegliarsi la mattina e fare il cantante e/ o artista. Il consiglio che do, che deriva dalla mia esperienza personalissima, è quello di accorgersi del talento e metterlo in pratica attraverso lo studio e le capacità e non buttarsi subito in tv e in quello che si può falsamente raggiungere, perché pochi veramente entrano in un meccanismo artistico valido.

Ripeto, l’importante è studiare e non essere improvvisati musicalmente o come comici, infatti spesso le persone che simpaticamente mi fermano mi dicono: “perché a chist nu to’ puort a made in sud ca’ fa ririr ”. Bisogna radicare l’idea che è ben diverso essere il simpatico della comitiva e lavorare sul palco e fare spettacolo. Quindi, chiudo, dicendo che non bisogna fraintendere messaggi che possono passare attraverso la tv, chi vuol essere un professionista dello spettacolo si deve preparare!>>.

 

Il coraggio di un’attrice che diventa regista. Veronica Pivetti con “Né Giuletta, né Romeo” mette in scena solo l’identità del cuore.

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 Né Giulietta, né Romeo, è il titolo che ha segnato l’esordio come regista dell’attrice-doppiatrice Veronica Pivetti. Un film che propone l’Italia dei pregiudizi e delle difficoltà che vive un adolescente quando scopre di essere omosessuale. E’ un’opera di denuncia, anche, contro il bullismo omofobico, con, addirittura il patrocinio di Amnesty International. Il registro è quello della commedia che affronta temi importanti: amore, amicizia, rapporto tra genitori-figli, conflitto e incomprensioni tra generazioni.

 

Che tipo di esperienza è stata dietro la macchina da presa?

 

<<Io la definisco “dirompente”, importante e desiderata per molti anni. E’ difficile produrre un film in Italia,bisogna mettere insieme tanti elementi: dai soldi, agli attori, etc. Questo per me è un sogno realizzato a cui ho lavorato per molti anni, sono molto contenta del film che ho fatto, anche se è il pubblico a decidere. L’altro sogno che spero si realizzi, è l’ abbattimento dei pregiudizi nei confronti della sessualità, sempre e comunque, anche attraverso il cinema e arte >>.

 

Come ha visto cambiare il mondo della televisione?

 

<<Senza alcuna modestia, dico che io ho fatto uno dei prodotti più importanti della televisione che è “Commesse”, prodotto del ’98. Ho avuto la fortuna di esser stata una delle protagoniste, insieme a Sabrina Ferilli e Nancy Brilli. La tv è cambiata, innanzitutto, per la serialità femminile, è stato un punto di svolta della fiction. >>

 

Quale dei tanti lavori passati Le piacerebbe riproporre?

<<Ho fatto tante cose che mi piacevano, ho avuto la fortuna di scegliere. Penso la serie della “Ladra” su Rai uno. La gente, spesso, mi chiede per il seguito, ma penso sia difficile che venga riproposta.>>

 

Il registra Controneo ha augurato al ‘Social World Film Festival’ che “in un tempo superiore a 5 anni e inferiore a 10 anni, possa guardarsi all’omosessualità come un tema passato”. Cosa ne pensa?

<<Questo Paese è molto indietro, è molto lento, come regista sono contenta, perché penso che sia un tema molto dibattuto, quello dell’omosessualità. Penso che questo film non passerà  di moda, come regista sono felice, ma come cittadina meno>>.

 

Se potesse scegliere  una platea ideale per questo film quale sceglierebbe?

<<Io non scelgo, è la gente che sceglie il prodotto, io penso di essere un personaggio popolare, “pop”,come attrice, come regista è la mia opera prima. So che verrà dato in pasto al pubblico, anch’io sono pubblico, tutto quello che arriverà sarà un regalo, anzi spero che vengano tutti “i tipi di platea”>>.

 

Nella sua vita ha attraversato un periodo buio, la depressione. Il male invisibile che, purtroppo, alberga in molte anime.

 

<<Ci ho scritto un libro, “Ho smesso di piangere. La mia odissea per uscire dalla depressione”. “Il depresso è una palla micidiale”, inizia così il libro, proprio perché il depresso è una persona che vede solo la fine senza elementi di gioia nella sua vita, e se si distrae riesce a girare tutto verso il drammatico. Ho voluto che se ne parlasse, perché è davvero un male profondo e strisciante. Le persone raccontano poco, io l’ho fatto perché a distanza di tempo era passata. Se è servita anche solo a 10 persone, io sono contenta. E’ durata totalmente 6 anni, i primi 3 anni sono stati durissimi. Ho affrontato un percorso e ho superato>>.

 

E’ a teatro con la commedia “Lady Mortaccia”, titolo della novella di Pasolini.

<<E’ uno spettacolo gotico che parla della morte,  scritto dalla mia socia, Giovanna Grac. Abbiamo avuto coraggio nel produrlo, perché all’inizio eravamo timorose, dato che non portavamo in scena un classico. Affronta in maniera irriverente il tabù della morte, infatti è uno spettacolo musicale e originale, quasi un esperimento.

Ridendo e scherzando si dice la verità con leggerezza, disquisiamo su questa umanità, così corrotta e cattiva tanto da far più paura della morte stessa>>.

 

La sua prima intervista importante è avvenuta da Fabio Fazio, dove venne notata da Carlo Verdone. L’invito in trasmissione venne fatto, all’epoca poco conosciuta per i pochi lavori fatti, perché è la sorella dell’onorevole ex leghista e presidente della Camera Irene Pivetti. Che rapporti avete?

<<Abbiamo rapporti ottimi da sempre, anche se io e lei possiamo parlare di tutto tranne che di politica, su questo fronte siamo decisamente distanti>>.

 

Tra parenti importanti, può annoverare anche il nonno materno, il grande linguista Aldo Gabrielli, che rapporto avevate?

<<Bhe, mi diceva : “tu ignori…”>>.

Quali sono i progetti in cantiere per il futuro?

 

<<Sono impegnata per la promozione di questo film, continuo, come da 3 anni circa a teatro con lo stesso spettacolo, intanto mi sto dedicando al mio secondo libro e poi , sicuramente, inizierò a lavorare alla settima stagione di ‘Provaci ancora, Prof!’>>.

 

Maria Rosaria Cardenuto

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